La linfoadenopatia del collo è una patologia sia nel bambino che nell’
adulto e consiste in una alterazioni dei linfonodi per dimensione, numero e consistenza, nella maggior parte dei casi, hanno origine infettiva e si risolvono brevemente.
I linfonodi del
collo occupano la parte anatomica che unisce la testa al busto; sono piccoli organi che fanno parte del
sistema linfatico e giocano un ruolo molto importante a livello
immunitario.
Essi, infatti, hanno la funzione di raccogliere i
linfociti, allo scopo di intercettare e distruggere eventuali germi oppure cellule neoplastiche che possono circolare nella linfa. Agendo in modo simile a dei
depuratori, i linfonodi sono spesso definiti con il termine di
filtri biologici. I linfonodi sono suddivisibili in due grandi gruppi:
- i linfonodi superficiali del collo
- i linfonodi profondi del collo.
Patologie
Il
tessuto linfatico è rappresentato nel
bambino in modo più rilevante che nell’adulto. I linfonodi aumentano progressivamente dalla nascita fino a raggiungere un picco intorno agli
8-11 anni, per poi regredire dalla pubertà in poi.
Le
linfoadenopatie, cioè le alterazioni dei linfonodi per dimensione, numero e consistenza, nella maggior parte dei casi, hanno origine
infettiva e si risolvono brevemente.
Possono essere causate da
batteri, quali lo stafilococco, lo streptococco oppure da
virus come l’herpes simplex, epatite B, parassiti come il Toxoplasma. Per un’anamnesi efficace delle linfoadenopatie è importante prendere in considerazione
alcuni fattori:
- la dimensione del linfonodo,
- l’età del bambino,
- i segni e i sintomi che accompagnano tale problema.
In età pediatrica i linfonodi ipertrofici a livello cervicale sono sempre il risultato di una
risposta infiammatoria dell’organismo a fattori esterni che colpiscono le alte vie aereo-digestive (tonsille, faringe, denti, etc). L’età del bambino è un altro fattore di fondamentale importanza: se malattie come la
leucemia acuta si presenta più frequentemente nel bambino di età inferiore ai 6 anni, il
carcinoma rinofaringeo o della tiroide e linfoma di Hodgkin esordiscono prevalentemente oltre i 6 anni di età.
Le
infezioni batteriche e le infezioni da micobatteri non tubercolari sono, invece, più frequenti nei bambini di età compresa tra 1 e 4 anni.
Analisi ed esami
Normalmente il medico fa eseguire
analisi del
sangue come emocromo, VES, proteina C reattiva, esami per la ricerca dei
batteri tubercolari e non tubercolari, complesso TORCH (specifico per Toxoplasma, Rosolia, Citomegalovirus, Herpes virus), tampone faringeo, esami di funzionalità renale ed epatica, dosaggio Immunoglobuline e così via. L’indagine per
imaging di primo livello in casi non rispondenti a terapia è sempre una ecografia del collo. Può rivelarsi necessaria a volte una
biopsia del linfonodo infiammato nel caso non risponda a terapia medica o contenga caratteristiche patologiche all’esame ecografico del collo.
Linfoadenopatia del collo nel bambino: sintomi
È importante ricercare, inoltre, la presenza di segni e sintomi di che accompagnano tale fenomeno:
febbre persistente, rinite, tosse o congiuntivite suggeriscono solitamente un’origine
virale dell’infezione.
Graffi di animali domestici possono essere la causa di infezione da
stafilococco. Se la situazione dovesse aggravarsi con febbre, astenia, perdita di peso ed esantema, il consiglio è indagare l’eventuale presenza di malattie croniche quali
tubercolosi, immunodeficienze e neoplasie.
Cure per il linfoadenopatia del collo nel bambino
La cura della linfoadenopatia del collo nel bambino dipende dalla
natura della tumefazione. In alcuni casi, ad esempio in caso di
faringite da
streptococco, o quando la ghiandola è più’ grande o arrossata o dolente, il medico potrebbe prescrivere una
terapia antibiotica.
Se i
linfonodi ingrossati superano i 2 cm di diametro e risultano particolarmente arrossati, è opportuno fare
accertamenti specifici. L’arrossamento è normale, ma può indicare la formazione di
pus interno che, in casi specifici, va
rimosso chirurgicamente. Nei casi neoplastici le cure si rimandano ai reparti specifici di
onco-ematologia.
Alberto Bozzolan
Fonte: Dossiersalute.com